Atlantide esiste: una possibile spiegazione geologica e archeologica

Nell’antichità, Platone raccontava dell’esistenza di Atlantide, una civiltà avanzata e potente che sarebbe stata sommersa dal mare. Ma cosa c’è di vero in questa leggenda?

Secondo alcune teorie, la catastrofe citata da Platone potrebbe essere stata causata dal fenomeno geologico di sommersione parziale del blocco sardo-corso-atlantideo, dovuto allo Slab Roll-Back e alla presenza di una faglia tettonica che passa sotto il Sulcis e prosegue verso Gibilterra e Pompei ed Ercolano. La mappa satellitare e batimetrica di Google Maps mostra chiaramente questa faglia.

Inoltre, si sa che nell’epoca in cui il blocco sardo-corso era chiamato Atlantide, cioè prima del 9600 a.C., si verificarono i Meltwater Pulses, eventi di innalzamento del livello del mare causati dallo scioglimento dei ghiacci. Il fango causato dall’erosione marina e dalle correnti rendeva impossibile costeggiare l’isola, contribuendo a far dimenticare la potenza di questo popolo antico.

Ma perché non ci sono tracce archeologiche o storiche di questa civiltà? Secondo alcune teorie, la popolazione Atlantidea predava particolarmente risorse marine, come dimostrato dai resti di due individui ritrovati al rifugio sottoroccia Su Carroppu di Sirri. Vivendo sulle paleocoste atlantidee, oggi chiamate Piattaforma Continentale Sardo Corsa, parte della civiltà e della popolazione che erano situate sulle paleocoste sono state sommerse e poi spazzate via dalle correnti marine, che hanno trasformato le paleocoste in piattaforma continentale.

Tuttavia, il rifugio sottoroccia Su Carroppu ha restituito il DNA di due individui su tre, di una popolazione con DNA quasi completamente differente dalla popolazione che ha colonizzato successivamente l’isola di Sardegna tremila anni dopo. Questo potrebbe suggerire che i due individui analizzati a Su Carroppu di Sirri siano di popolazione Atlantidea. Si ipotizza, dunque, che gli Atlantidei abitassero nelle grotte o nei ripari sottoroccia, come le grotte di Is Zuddas e di Acquacadda presenti ancora oggi nel Sulcis.

In conclusione, se uno studioso volesse trovare gli strati sedimentari che contengono i resti della civiltà atlantidea, dovrebbe fare uno studio stratigrafico che arrivi a raggiungere la stratigrafia del 9600 avanti cristo, ossia lo strato di circa 11600 anni fa. E sebbene non ci siano ancora evidenze archeologiche sufficienti, le grotte antichissime presenti sull’altopiano di Atlantide potrebbero essere il luogo ideale per iniziare la ricerca.

L’ipotesi dell’esistenza di una possibile Atlantide sarda si basa su alcune leggende e miti locali che parlano di una civiltà antica e avanzata che sarebbe scomparsa in seguito ad un cataclisma naturale, come un terremoto o un’innondazione.

Secondo alcuni studiosi, questa civiltà avrebbe avuto contatti con le civiltà dell’antico Egitto e della Grecia, e avrebbe sviluppato tecnologie e conoscenze avanzate per l’epoca, come la navigazione, l’architettura, l’agricoltura e la medicina.
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